Stampa

IL DURO LAVORO AGLI INIETTORI

.

Iniettori a LHCSono una ventina di persone che si alternano su turni di 24 ore. Sono i tecnici e i ricercatori di LHC che stanno lavorando agli iniettori della macchina, cioè alle "fionde di protoni" che lanceranno, a fine settimana, pacchetti di particelle a distanza ravvicinatissima: solo 150 nanosecondi tra l'uno e l'altro.  Ed è solo un primo passo verso "treni" di pacchetti (i "bunch train") le cui carrozze saranno divise da soli 75 nanosecondi. Il lavoro sugli iniettori è fondamentale, quindi, per permettere a LHC un passo avanti verso una luminosità dieci volte maggiore all'attuale. "In questi giorni accendiamo magneti, verifichiamo che facciano quello che chiediamo loro, modifichiamo le posizioni dei collimatori, mandiamo nella macchina treni di pacchetti di protoni a bassa energia - spiega Gianluca Arduini, uno dei coordinatori della macchina - Il nostro obiettivo è mantenere le dimensioni strette dei fasci per poi portarli piano piano ad alte energie. I fasci con treni di protoni così ravvicinati, possono più facilmente sentirsi l'un l'altro quando girando in direzioni opposte dentro la macchina".  Se si "sentono" i fasci tendono a ingrossarsi, a diventare meno densi e quindi a diminuire le probabilità delle collisioni. Il lavoro di questi giorni dei "20 per 24 ore" è concentrato su questo sforzo per far funzionare tutto a puntino anche con fasci molto più intensi. Per arrivare a nuovi, inediti esperimenti per l'autunno che è alle porte.