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MACHINE DEVELOPMENT VERSO IL TECHNICAL STOP

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Questi sono giorni dedicati allo studio dell’acceleratore: circa una settimana di machine development, come si dice in gergo. È la fase tipica che precede il tecnical stop, che inizierà lunedì prossimo. Intanto, nei giorni scorsi, si è provato a iniettare treni con pacchetti (bunch) di protoni distanti 25 nanosecondi, che equivale a dire 2808 pacchetti, la performance ultima che dovrebbe raggiungere LHC. “Finora si era fatta fisica con pacchetti a 50 nanosecondi – spiega Mirko Pojer impegnato nella sala di controllo di LHC – questa era una prova a 25 ed è andata bene”. Volevamo vedere come rispondeva la macchina – prosegue Pojer – e abbiamo iniettato pochi pacchetti, ci interessava capire i limiti dell’acceleratore, capire se potevamo iniettare treni di protoni con questa spaziatura. Abbiamo rilevato degli effetti strani: la dimensione dei pacchetti (cioè l’emittanza) stava iniziando a crescere. Questo significa che i pacchetti sono troppo concentrati visto che si verificano questi fenomeni di interazione che fanno “esplodere” i bunch. Ma questo che abbiamo fatto nei giorni scorsi era proprio il primo test, le performance della macchina sono comunque molto buone”. Prima di entrare in questa fase di machine development, LHC aveva raggiunto un nuovo record, quello di 1380 bunch iniettati. “Da questo momento in poi, l’idea è quella di fare fisica per arrivare alla più alta luminosità integrata possibile. Ora siamo a 1,3 femtobar inversi, per la fine dell’anno dovremmo arrivare a 3 femtobar inversi", conclude Pojer.